
Rifugio Antonio Curò da Valbondione
Ragazzi…. Dopo anni di pensieri ed allenamenti, abbiamo affrontato l’escursione più desiderata ed impegnativa da quando ci siamo appassionati alla montagna! Una delle più belle e più appaganti ma, onestamente, anche una delle più toste!
Ecco la nostra esperienza al rifugio Antonio Curò, partendo da valbondione.
Indice
- Prima di partire dobbiamo dirvi
- La partenza
- Il sentiero
- Il rifugio
- Considerazioni finali
- I nostri consigli

Prima di partire dobbiamo dirvi
- Partenza da: Valbondione, anche se è possibile dalla frazione di Grumetti o da Lizzola (abbiamo letto di quest’ultimo percorso in internet, ma onestamente non abbiamo abbastanza informazioni in merito…)
- Durata: 2 ore 50 minuti andata; 5 ore 16 minuti andata e ritorno
- Lunghezza: 7,71 km andata; 15,51 km complessivi
- Dislivello: 946 mt complessivo
- Difficoltà: E – senza particolari pericolosità, ma faticoso, adatto a persone allenate
- Adatto ai bambini: si, se allenati

La partenza
Una volta arrivati a Valbondione, sono presenti 5 parcheggi ben indicati per il paese. Noi siamo arrivati in paese verso le 8 ed erano già tutti esauriti. A questo punto abbiamo trovato posteggio dietro al campo sportivo comunale, il parcheggio dedicato agli escursionisti (apri nelle mappe). Se arrivate presto, molto presto, potete puntare a lasciare l’auto alla frazione di Grumetti: proseguendo oltre l’abitato di Valbondione con l’auto troverete un parcheggio con una ventina di posti auto. Risparmierete circa 1,4 km sul tragitto e comunque il sentiero si congiungerà con il 305 che inizia a Valbondione (apri nelle mappe).
Ricordatevi che è necessario acquistare il Gratte&Sosta per parcheggiare il vostro mezzo. Dal 1 aprile sino a fine ottobre, in tutti gli esercenti convenzionati, potrete acquistare il ticket al costo di 5 euro valido per tutto il giorno.


Il sentiero
Una volta lasciata l’auto al parcheggio (come detto, noi l’abbiamo lasciata al campo sportivo di Valbondione), dovrete attraversare il paese percorrendo via Beltrame. Da lì troverete già le indicazioni che vi conducono a via Curò. A quel punto inizia la sfida!



Il sentiero è largo, per nulla pericoloso, quasi interamente coperto da sassi di varie dimensioni e, a volte, piccoli ruscelli che attraversano la via, senza però creare problemi. Ma….. è tutto completamente in salita!! A partire dal metro 0 sino all’arrivo camminerete costantemente in salita. Rispetto ad altri sentieri che abbiamo percorso, questo è discretamente lungo, quindi i quasi mille metri di dislivello sono distribuiti lungo tutta la salita. Tuttavia non avrete molti tratti pianeggianti ove riposare.


Il percorso che ci porterà al rifugio Curò è molto semplice da seguire. Durante l’intero tragitto sono presenti solo due bivi da affrontare ed in entrambi le indicazioni per il Curò sono ben definite.
L’unica scelta da effettuare, a circa un’ora dall’arrivo è se seguire la strada panoramica o la direttissima. La prima è più lunga e meno ripida, ma interamente esposta al sole (ed è la strada che abbiamo deciso di seguire noi), mentre la seconda è più ripida e con alcuni tratti un po’ impegnativi (informazioni lette in internet). La differenza di tempo evidenziato dalle indicazioni è di soli 10 minuti a vantaggio delle direttissima (che comunque ad un certo punto si ricongiunge con la panoramica). Sta a voi scegliere quale via seguire, consapevoli delle vostre capacità.

A circa 25 minuti dall’arrivo vi segnaliamo, inoltre, la presenza di un tratto esposto. In quel tratto il sentiero è molto largo, due persone ci passano tranquillamente una a fianco all’altra; tuttavia l’assenza di barriere protettive verso l’esterno impone, ad esempio, di portare le bici a mano o i cani al guinzaglio. E se soffrite di vertigini non preoccupatevi: è presente una corda sulla roccia alla quale potete tenervi!

Il rifugio
Dopo quasi 3 ore di salita continua e a 1915 mt di altitudine, eccoci arrivati al rifugio Antonio Curò, con l’ostello a darci il benvenuto e lo spettacolare lago artificiale alle sue spalle.

Inaugurato nel 1886 e dedicato all’ing. Curò che allora era presidente del CAI di Bergamo, al rifugio sono presenti ben 92 posti letto, 130 posti a sedere, bar, due sale da pranzo, docce e tutto l’occorrente per poter trascorrere non solo la giornata, ma anche la nottata in alta quota. E’ una vera chicca bergamasca, meta ambita da tutti gli amanti della montagna e punto di partenza per raggiungere diverse vette: le Cime di Caronella ed il Pizzo Coca sono sicuramente le più famose.
Noi abbiamo prenotato, il giorno prima, un tavolo nell’area esterna per pranzare: polenta e formaggio, polenta e cinghiale, una birra ed un ottimo tiramisù (al costo complessivo di 34 euro) hanno ulteriormente allietato la nostra escursione. Non abbiamo preso primi piatti ma l’aspetto e la quantità dei piatti che abbiamo visto su altri tavoli promettevano molto bene.

Durante la stagione estiva è aperto tutti i giorni, mentre in altri periodi dell’anno solo nei weekend (ad esclusione del periodo invernale). Mi raccomando, prima di partire verificate sul sito ufficiale le aperture e ricordate di prenotare la vostra esperienza.
Ma non è tutto… se superate il rifugio e proseguite verso il lago, ci sarà una sorpresa ad attendervi: la famosissima Spada nella Roccia bergamasca!! Divertitevi a provare ad estrarla come, senza esito positivo, abbiamo provato noi!

Una volta riacquistate le energie, ci siamo incamminati sulla via del ritorno, non prima di esserci riforniti di acqua alla fontana presente al rifugio.
Considerazioni finali
Sicuramente una delle escursioni più faticose che abbiamo fatto (anche se la fatica si è fatta sentire a partire dalla sera). Sicuramente ci aspettavamo un percorso molto più complesso: il dislivello è ben distribuito sui quasi 8 km che distano dal parcheggio al rifugio. Sicuramente è un’escursione adatta a persone ben allenate: non ci sono strappi particolarmente impegnativi o tratti pericolosi, però non è una passeggiata. Se siete appassionati di montagna sicuramente è un’escursione da fare almeno una volta, per visitare uno dei rifugi più importanti delle nostre Orobie bergamasche!!
I nostri consigli
- cercate di arrivare il prima possibile per puntare a parcheggiare in località Grumetti e risparmiare un pò di strada
- prenotate assolutamente il pranzo altrimenti rischiate di non trovare posto
- dopo un’ora abbondante dalla partenza, sul versante opposto vedrete le Cascate del Serio, vera chicca del posto che ogni anno attraggono, durante la loro apertura, moltissime persone!!
Come sempre i dati esposti sono basati sulla nostra esperienza, sul nostro allenamento e sulle nostre capacità. Ovviamente tutto è soggettivo, prendetevi il tempo che vi serve per gustarvi l’escursione, “senza fretta di arrivare”, siate prudenti, sempre ben attrezzati e, sopratutto, sempre prestando la massima attenzione! E ricordatevi: abbiate sempre cura e rispetto della natura.

